Molti studi dentistici all’avanguardia tendono a trovare soluzioni sempre meno invasive per i propri pazienti.
Lo scanner intraorale è stata una di queste, così come l’utilizzo della sedazione cosciente.
Sono metodiche poco invasive e ormai utilizzate con successo da diversi studi dentistici.
Un’altra tecnologia all’avanguardia di cui oggi si parla frequentemente negli ambiente odontoiatrici è l’utilizzo dell’ozonoterapia odontoiatrica.

Qualcuno parla addirittura di rivoluzione copernicana (www.lifegate.it/persone/stile-di vita/ozonoterapia_in_odontoiatria) per il fatto che dopo tanti anni in cui il modo predominante per trattare la carie è stato il trapano, con questo metodo viene sostituito (totalmente o parzialmente) da uno strumento che eroga ozono.

Ma perché l’ozonoterapia è efficace contro la carie?
L’ozono (Ossigeno trivalente), tanto famoso perché presente in uno strato dell’atmosfera che ci protegge da alcune radiazioni ultraviolette, in realtà è molto utile anche in diversi ambiti della medicina (cura dell’ernia, trattamenti all’anca, medicina estetica ecc.).
In odontoiatria è in grado di curare la carie di modesta entità senza l’utilizzo del trapano e senza anestesia. Questo lo rende particolarmente
indicato per esempio per i bambini, per chi ha paura del dentista (e per odontofobici).
L’ozonoterapia in odontoiatria è un processo curativo ottenuto tramite l’utilizzo di una miscela di ossigeno ed ozono, due elementi presenti naturalmente in natura.
Questa miscela è in grado di distruggere rapidamente funghi, batteri e virus, di eliminare proteine acide nel dente e di ristrutturare dentina e smalto.

In passato (prima degli anni 90) si pensava che la carie fosse un fenomeno che partisse dallo smalto, mentre oggi si è visto che nella maggior parte dei casi parte dalla dentina, per cui non è facilmente individuabile nella sua fase iniziale. L’importanza di individuarla precocemente può evitare di ricorrere poi (per carie importanti e cavità molto ampie) all’utilizzo del trapano. Esistono strumenti all’avanguardia che, emettendo un raggio laser fluorescente, captano la riflessione della densità dentale e in base alla risposta capiscono se c’è una carie e l’entità della stessa.

Ozonoterapia odontoiatrica, come si procede ?
Il primo passo è l’identificazione della carie. Oltre alla possibilità di utilizzare apparecchi al laser (sopracitati), è possibile utilizzare uno strumento chiamato sonda o specillo in grado di identificare la carie. Il classico esame radiografico insieme all’indagine visiva completano le possibilità diagnostiche.

L’ozono viene erogato tramite un manipolo, con attorno una sigillatura al silicone (una morbida coppetta), sulla parte cariata del dente. E’ una procedura rapida e indolore e subito dopo il trattamento del dente tutto l’ozono viene aspirato e ritrasformato in ossigeno.
Si applica poi sul dente un liquido riducente, a base fluoro, dal potere rimineralizzante.
Tutto questo senza anestesie e trapano.
Dopo circa 6 settimane il paziente torna dal dentista per verificare se il trattamento ha avuto l’effetto desiderato. Nella maggioranza dei casi il problema si risolve con un solo trattamento, in qualche raro caso la procedura va ripetuta.

Oltre a curare la carie senza il trapano l’ozonoterapia ha altre applicazioni.
– Disinfezione dei solchi e delle fessure prima della sigillatura
– Cura delle carie dei denti da latte senza anestesia e senza trapano
– Cura delle afte
– Cura delle carie iniziali dei denti permanenti
– Trattamento di tasche parodontali e gengiviti
– Cura dell’Herpes simplex e delle candidosi
– Trattamento del lichen planus
– Trattamento delle afte
– Cura delle lesioni mucose da protesi
– Trattamento post estrazione
– Cura delle alveoliti postestrattive
– Emostasi del gemizio ematico
– Trattamento di periimplantiti
– Trattamento dei colletti ipersensibili
– Cura delle carie iniziali
– Disinfezione della cavità dopo pulizia di carie profonda

Controindicazioni:
– Pazienti con pacemaker
– Pazienti epilettici
– Pazienti affetti da gravi forme di asma
– Pazienti che hanno un’eccessiva sensibilità alla corrente elettrica
– Donne in gravidanza