Cosa sono le sostanze PFAS
PFAS è l’acronimo di “sostanze perfluoroalchiliche”.
Sono composti chimici che appartengono alla famiglia dei tensioattivi. Il loro impiego è iniziato negli anni 50 con lo scopo di rendere più resistenti ai grassi e all’acqua tutta una serie di materiali tra cui tessuti, carta, plastica ecc.
Sono utilizzati per esempio per contenitori alimentari, scatole di plastica, carta oleata, detergenti per la casa, tegami, pentole antiaderenti, tappeti, prodotti per la cura del corpo, capi d’abbigliamento ecc.
Nel 2013 il CNR, insieme al Ministero dell’Ambiente, ha svolto una ricerca su potenziali nuovi inquinanti nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani. A seguito di questa ricerca si è evidenziata anche in Italia la presenza di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) nelle acque sotterranee, acque superficiali e anche nelle acque potabili.
(Distribuzione dei PFAS nelle acque italiane: i risultati del progetto).
Ora, rimanendo in ambito odontoiatrico, trascurando i possibili effetti nocivi sulla salute in genere , riportiamo un recente studio pubblicato sul Journal of Public Health Dentistry
Presso la School of Dentistry della West Virginia University, i ricercatori hanno scoperto che in particolar modo l’acido perfluorodecanoico (uno dei sette PFAS esaminati) può essere collegato alla carie dentale.
Lo studio è stato eseguito negli anni 2013 e 2014, analizzando 629 bambini (tramite prelievo di sangue) di età compresa tra i 3 e gli 11 anni. Si è visto che questo acido può essere correlato con una maggiore sensibilità alla carie.
Infatti, in base a quanto detto dai ricercatori, l’acido interromperebbe il normale sviluppo dello smalto dentale avendo come effetto una maggiore debolezza dei denti nei confronti della carie.
E’ chiaro che sono tanti i motivi che incidono sullo sviluppo di carie (tra cui la predisposizione genetica, lavarsi i denti troppo poco o nulla, eseguire rari controlli dal dentista ecc.) ma oggi si conosce anche quest’altro aspetto che ci deve far riflettere sulla qualità dell’acqua che beviamo.