La perdita dei denti e le soluzioni attuali

La perdita di uno o più denti rappresenta un grave problema funzionale ed estetico. A differenza delle ossa, i denti umani non possono rigenerarsi autonomamente​, quindi milioni di persone devono ricorrere a soluzioni protesiche. Oggi la pratica più comune è l’implantologia dentale, che consiste nell’inserimento di viti in titanio nell’osso mascellare o mandibolare per sostenere corone fisse. Questo approccio, pur efficace, è invasivo e non comporta la ricrescita di tessuto dentale biologico. Per offrire un’alternativa alle tradizionali protesi o dentiere, sono stati avviati recentemente studi innovativi sulla rigenerazione naturale dei denti.

Farmaco giapponese per la “terza dentizione”

Un team del Medical Research Institute Kitano di Osaka, guidato da Katsu Takahashi, ha scoperto che gli adulti possiedono sotto le gengive i piccoli “germi” di un terzo set di denti. Queste gemme normalmente dormienti potrebbero essere attivate: i ricercatori hanno sviluppato un anticorpo monoclonale che blocca la proteina USAG-1, responsabile di inibire la crescita dentale. Studi su animali (topi e furetti) hanno già dimostrato che questo farmaco può avviare la formazione di nuovi denti biologici.

  • Scoperta dei “germi” di un terzo set dentale nell’adulto.
  • Sviluppo di un anticorpo monoclonale anti-USAG-1 per “risvegliare” questi germogli ed avviare la crescita del dente.
  • Avvio di studi clinici sull’uomo (fase 1) dal 2024, con somministrazione del farmaco a pazienti adulti con denti mancanti.
  • Obiettivo di rendere la terapia disponibile per bambini con agenesia dentale entro il 2030.

In pratica, il farmaco è mirato in modo particolare ai pazienti nati con difetti congeniti (ad esempio mancanza di vari denti permanenti) e viene studiato prima in adulti per valutarne la sicurezza. Gli scienziati sperano di offrire una cura permanente a queste persone entro la fine del decennio, riducendo così la necessità di protesi tradizionali fin dall’infanzia.

Denti coltivati in laboratorio (King’s College London)

Un secondo filone di ricerca, condotto dal King’s College di Londra in collaborazione con l’Imperial College, punta a generare interi denti in laboratorio. Lo studio pubblicato nell’aprile 2025 descrive l’uso di un idrogel reticolato che replica la matrice extracellulare naturale. In questo ambiente artificiale, le cellule staminali odontogeniche possono “parlarsi” e inviare segnali reciproci per avviare il processo di formazione dentale​. In sostanza, una cellula può “dire” a un’altra di differenziarsi in odontoblasto (la cellula del dente), ricreando il complesso ambiente di crescita del dente.

  • Uso di un idrogel che replica la matrice attorno alle cellule dentali, permettendo la comunicazione cellulare necessaria alla crescita del dente​.
  • Rilascio graduale dei segnali nel tempo: questo nuovo materiale rilascia lentamente stimoli alle cellule, a differenza dei tentativi precedenti, e consente così la formazione di una struttura dentale matura.
  • Strategie di applicazione nel paziente: i ricercatori valutano due possibilità, trapiantare le cellule giovanili odontogeniche nel sito del dente mancante oppure coltivare l’intero dente in laboratorio per poi impiantarlo nella bocca del paziente.

Questo approccio punta a creare denti “su misura” che si integrino perfettamente nell’osso mascellare. Il risultato sarebbe una soluzione più naturale rispetto a otturazioni o impianti tradizionali: il dente coltivato in vitro, essendo formato dalle cellule del paziente, risulterebbe più forte e duraturo e privo di rischi di rigetto​.

Prospettive future

I due studi rappresentano approcci complementari alla rigenerazione dentale. Se confermati, potrebbero ridurre notevolmente la dipendenza dalle protesi artificiali e dagli impianti tradizionali. Rimangono comunque sfide importanti: per il farmaco giapponese bisognerà dimostrare efficacia e sicurezza su larga scala, e per i denti coltivati in laboratorio occorre perfezionare le tecniche di impianto e maturazione della struttura dentale in vivo. Tuttavia, questi studi aprono una nuova strada in odontoiatria rigenerativa: per la prima volta si lavora concretamente a soluzioni capaci di far ricrescere denti naturali anziché limitarci a sostituirli. In futuro ciò potrebbe permettere a chi ha perso denti di vedere ricostituita la propria dentatura biologica, offrendo cure più “biologiche” e durature​.