Il collegamento tra la salute della bocca ed altre malattie sistemiche non è ormai una novità in odontoiatria. Nel caso della parodontite, la cospicua presenza di batteri patogeni determina la messa in circolo di tossine che possono influenzare e far progredire importanti patologie sistemiche legate al sistema cardiovascolare. Molti studi stanno approfondendo il collegamento tra malattie gengivali e ipertensione, il rapporto bidirezionale tra diabete e parodontite, il possibile legame con l’alzheimer.
In generale si può affermare che i processi infiammatori presenti nella parodontite siano un fattore di rischio per lo sviluppo di diverse malattie sistemiche e che , al contempo, alcune malattie sistemiche influiscano sulla salute orale.

Per questo, quando sono presenti i sintomi della parodontite (tra cui il gonfiore, i sanguinamenti, la retrazione gengivale) non bisogna assolutamente sottovalutarli e lasciar passare del tempo nella speranza che tutto torni naturalmente alla normalità.
Il tempo non è solo denaro, a volte il tempo è salute, nel senso che occorre intervenire il prima possibile per risolvere i problemi.

Raramente possono anche non esserci sintomi, pertanto le visite di controllo dal dentista sono sempre fondamentali. Se invece, come nella maggioranza dei casi, avverti i sintomi, corri dal tuo dentista di fiducia.

Da qualche tempo l’odontoiatria ha un’arma in più per prevenire la parodontite e le malattie parodontali. Si tratta del test microbiologico (BPA) .

Oggi infatti l’odontoiatra può prevenire la comparsa della malattia parodontale o
comunque anticipare la diagnosi nel caso siano già presenti i sintomi della parodontite.
Intervenire tempestivamente prima che la malattia sia già in fase avanzata è fondamentale.

Che cos’è il Test Microbiologico (BPA)

Il test microbiologico, con referto di laboratorio, fornisce un quadro chiaro su quanti e quali specie batteriche siano presenti nel cavo orale del paziente. Fornisce quindi delle indicazioni utilissime per la prevenzione della parodontite (ma anche per la perimplantite).

Il test non è invasivo. I campioni sono presi semplicemente inserendo in alcuni punti delle tasche gengivali della carta sterile, che sarà poi inviata al laboratorio di biologia molecolare.

Con questo test sul dna batterico è possibile identificare precisamente la presenza dei batteri patogeni che portano alla formazione di parodontiti e l’entità di tale presenza in forma aggressiva.

La classificazione dei batteri permette all’odontoiatra non solo di capire se la malattia parodontale è in atto ma anche di definire il livello raggiunto.

I ricercatori hanno classificato le famiglie dei batteri strettamente associati con la malattia in fasce di colore diverso in base alla pericolosità (rossi, arancioni, verdi ecc.). Queste famiglie sono chiamate “Complessi di Socransky ” dal nome del ricercatore principale. Esula da questo articolo l’approfondimento della tipologia di batteri (per approfondire: https://www.todaysrdh.com/pathogen-classifications-where-dentistry-has-gone-since-the-complex-theory/ ).

In realtà esistono altri test utili in odontoiatria che si possono associare al test microbiologico BPA (Test di valutazione dell’attività enzimatica -MMP8- , Test di Valutazione del Rischio Parodontale -GPS- Test di valutazione del Rischio della Carie -CRA-) ma quello di cui abbiamo trattato è un’arma fondamentale per l’odontoiatra; è infatti utile non solo in fase preventiva o per comprendere il livello di gravità , ma anche per i controlli successivi al fine di verificare l’efficacia del trattamento.