Le persone che devono sottoporsi ad un’anestesia dal dentista hanno spesso ansia e preoccupazione. Purtroppo l’anestesia è indispensabile in molti trattamenti odontoiatrici. Esiste ormai da più di 100 anni, pare infatti che il primo trattamento con anestesia (etere) fu eseguito nel 1846.
Nel passato più remoto si usavano sistemi come oppio, impacchi di ghiaccio , hashish e alcol (come si vede in alcuni film).

Ma quali sono oggi le tipologie di anestesia utilizzate in ambito odontoiatrico?

Si premette che il tipo di anestesia che viene utilizzato dipende da diversi fattori, come l’età del paziente, la durata e la tipologia del trattamento, il tipo di area che deve essere trattata, le condizioni fisiche e di salute generale del paziente.

Esistono tre principali tipologie di anestesia:
1) Locale
2) Generale
3) Sedativa

1) L’anestesia locale
La maggior parte degli anestetici locali agisce rapidamente (entro 10 minuti) e dura dai 30 ai 60 minuti. A volte un vasopressore come l’adrenalina viene aggiunto all’anestetico per aumentarne l’intensità ed impedire che l’effetto dell’anestetico si diffonda ad altre aree del corpo.
Ci sono diversi tipi di anestesia locale.
Anestesia locale con infiltrazione. Il farmaco viene iniettato nei tessuti in prossimità del dente che si sta curando.
Anestesia locale tronculare, utilizzata per desensibilizzare aree più vaste, nel caso di interventi come per esempio l’estrazione dei denti del giudizio.
Anestesia locale intraligamentosa. In questo caso l’anestetico viene iniettato nella zona del legamento parodontale e in prossimità dell’osso alveolare con una pressione maggiore.
Anestesia locale intrapulpare, che, come suggerisce la parola stessa, agisce nella polpa, nelle situazioni in cui sia necessario un livello analgesico più elevato.
Anestesia locale superficiale o topica, tramite l’applicazione di gel o spray analgesici sulla zona da trattare. Questa anestesia viene utilizzata nei casi più lievi e di breve durata.

Nella sedazione locale in genere il paziente rimane cosciente e in grado di rispondere ai comandi, semicosciente o appena cosciente in base all’intensità sedativa.

2) Anestesia generale
L’anestesia totale in odontoiatria viene utilizzata solo in caso di interventi chirurgici complessi e invasivi di una certa durata. Un esempio sono gli interventi di chirurgia maxillo facciale. In caso di anestesia totale è necessaria la presenza di un’anestesista e di tutto ciò che necessità nell’eventualità di complicanze .

Controindicazioni
Nei trattamenti anestetici (in particolar modo nell’anestesia generale) bisogna fare molta attenzione alla tipologia di pazienti trattati. Anziani con problemi di salute generale, bambini e adulti con bisogni speciali, donne in gravidanza, pazienti con malattie collegate al fegato, ai reni, ai polmoni o al cuore (il farmaco potrebbe impiegare più tempo per lasciare il corpo e avere un effetto più potente) , alcune condizioni neurologiche (ictus, alzheimer, parkinson), ernia iatale, reflusso acido, infezioni o piaghe aperte in bocca, allergie, nausea grave e vomito con anestetici, assunzione di farmaci sedativi ecc. In questi casi l’utilizzo dei vari tipi di anestesia va valutata con la massima attenzione e l’anestesista, se necessario, procederà con l’aggiustamento delle dosi.

3) La sedazione cosciente

La sedazione cosciente consiste nel far inalare al paziente del protossido di azoto tramite una mascherina (o anche per via endovenosa).

Quando bisogna trattare pazienti particolarmente ansiosi e difficili, per trattamenti non brevi, la sedazione cosciente può essere opportuna, in quanto oltre ad eliminare la percezione del dolore procura uno stato di quiete e serenità. Non escludendo talvolta l’applicazione successiva di anestesia locale.

Una volta inalato il protossido di azoto tramite la mascherina nasale, , il paziente, in uno stato semicosciente, sarà capace di rispondere agli stimoli esterni. Potrà rispondere all’odontoiatra rimanendo completamente rilassato. Alla fine del trattamento gli verrà somministrato ossigeno puro per eliminare rapidamente l’effetto del protossido di azoto. Soggetti tipici che potrebbero far uso di questa sedazione sono: bambini, odontofobici, portatori di handicap, anziani, ipertesi.
La sedazione cosciente è da evitare nei primi tre mesi di gravidanza e a chi fa uso di antidepressivi.